Sempre più giovani aprono una startup, e no, non è solo perché “fa figo” o perché tutti sognano di diventare il nuovo unicorno. C’è un motivo molto più concreto, quasi sottotraccia: in Italia, oggi, esiste un ecosistema di agevolazioni finanziarie e corsie preferenziali che, se le conosci davvero, ti fanno partire con meno ansia, meno rischio e più ossigeno nei primi mesi, quelli in cui di solito si molla.
Il punto di svolta: non devi partire “da solo”
Quando parlo con ragazzi che ci stanno provando, sento spesso la stessa frase: “Pensavo fosse impossibile”. Poi scoprono che alcune misure coprono una fetta enorme di costi reali, come sviluppo prodotto, attrezzature, consulenze, marketing iniziale, e persino una parte di spese di gestione.
La differenza la fanno tre leve:
- tasso zero (quindi niente interessi a divorarti il cashflow),
- contributi a fondo perduto (soldi che non restituisci),
- garanzie pubbliche per ottenere credito senza ipotecare il futuro.
Ed è qui che entrano in gioco quei vantaggi “nascosti” che pochi conoscono, soprattutto per under 36, donne e chi avvia nel Mezzogiorno.
Smart&Start Italia: la scorciatoia (seria) per chi fa innovazione
Se hai un progetto tecnologico, digitale o ad alto contenuto innovativo, Smart&Start Italia è spesso la misura più potente sul tavolo.
Cosa la rende così interessante?
- copertura fino all’80% delle spese ammissibili,
- che può salire al 90% se la startup è composta da giovani under 36 o da donne,
- importi indicativi tra 100.000 e 1,5 milioni di euro (in base a requisiti e piano),
- nel Sud può aggiungersi una quota extra a fondo perduto (un “bonus” che in molti scoprono solo tardi).
È il tipo di incentivo che cambia il modo in cui costruisci il business plan: non parti chiedendoti “quanto posso permettermi?”, ma “quale traiettoria posso sostenere?”.
Resto al Sud: quando il territorio diventa un alleato
Qui succede una cosa curiosa: molte idee nascono al Nord, ma trovano convenienza concreta nel Sud. Resto al Sud copre fino al 75% degli investimenti complessivi, miscelando:
- una quota di contributo a fondo perduto,
- una quota di finanziamento agevolato.
È pensato per chi avvia in regioni del Mezzogiorno e in alcune aree specifiche (come zone del cratere sismico). E anche se non sei più “giovanissimo” (vale fino a under 55), resta un acceleratore enorme per chi vuole aprire dove il costo della vita è più sostenibile e l’incentivo fa davvero la differenza.
Nuove Imprese a Tasso Zero: utile anche per progetti meno “tech”
Non tutte le startup sono deep tech. A volte si tratta di una microimpresa evoluta, un laboratorio, un servizio con una componente digitale ma non per forza “innovativa” in senso stretto.
Qui entra Nuove Imprese a Tasso Zero, che può arrivare a coprire fino all’80-90% delle spese, soprattutto se l’impresa è a prevalenza under 35 o femminile. Spesso finanzia anche voci molto pratiche:
- attrezzature e macchinari,
- opere edilizie (entro limiti),
- capitale circolante per partire senza soffocare.
È una di quelle misure che, se la incastri bene, ti evita di bruciare tutti i risparmi nei primi tre mesi.
I vantaggi nascosti: quelli che ti cambiano il finale
Qui arriviamo al cuore della questione. I “vantaggi nascosti” non sono segreti, sono scritti, ma pochi li leggono fino in fondo.
Maggiorazioni per under 36 e donne
In alcune misure, la percentuale finanziabile sale fino al 90%. Tradotto, metti molto meno capitale tuo e riduci il rischio iniziale.Extra nel Mezzogiorno
Per certe agevolazioni, nel Sud può comparire una quota aggiuntiva a fondo perduto, che è esattamente il tipo di spinta che fa superare il primo anno.Esenzione su plusvalenze se reinvesti
Questo è un dettaglio da veri “nerd” di finanza, ma potentissimo: se dopo almeno 3 anni vendi quote e reinvesti in nuove startup innovative, puoi evitare imposte sulla plusvalenza. È un incentivo a restare nell’ecosistema e creare un effetto domino virtuoso.Garanzie e capitale: la porta d’ingresso “soft”
Tra Fondo Garanzia PMI e strumenti collegati a investimenti (come il Fondo Nazionale Innovazione), diventa più facile dialogare con banca e investitori, senza partire già in svantaggio.
Come muoverti senza perderti: un mini-percorso pratico
Se dovessi darti una traccia semplice, farei così:
- Definisci se sei startup innovativa o impresa “classica” con crescita rapida.
- Costruisci un piano spese realistico (sviluppo, persone, marketing, strumenti).
- Verifica requisiti e canali su Invitalia e MiMIT.
- Valuta combinazioni possibili (quando consentito) e tempistiche.
- Inserisci nel progetto una componente digitale o green se è naturale, spesso è premiata.
E tieni a mente una cosa: l’Italia sta puntando sul ricambio generazionale e sull’innovazione, anche con spinte collegate al PNRR e alle proroghe 2025. Non è un periodo “perfetto”, ma è uno di quelli in cui partire non significa più partire al buio.
Se vuoi capirlo davvero, pensa a una startup come a un esperimento: l’incentivo giusto non ti garantisce il successo, ma ti compra tempo, margine e lucidità. E spesso è proprio quello che separa un’idea lasciata nel cassetto da un progetto che, sorprendentemente, cammina. Per orientarti nel lessico e nelle dinamiche tipiche, vale la pena dare un’occhiata anche al concetto di startup, perché molte agevolazioni nascono esattamente da quella definizione.




