Qualche mese fa mi è capitato di rimettere il naso nel collezionismo digitale dopo averlo quasi archiviato come una moda: poi ho visto alcuni NFT davvero “tornando a crescere” di valore nel 2025, e la cosa mi ha incuriosito sul serio. Non perché sia tornata la febbre dell’hype, anzi, ma perché sta cambiando la natura stessa di ciò che stiamo comprando.
Dalla speculazione alla selezione naturale (e sì, è stata brutale)
Il punto di partenza è semplice: la bolla si è sgonfiata. I volumi complessivi sono scesi in modo drastico, da circa 8,8 miliardi di dollari nel 2024 a 823 milioni nel Q2 2025. E nel mondo dell’arte digitale la botta è stata ancora più dura: dai 2,9 miliardi del 2021 a circa 23,8 milioni nel 2025. Risultato, una quantità enorme di collezioni oggi è sostanzialmente invendibile.
Eppure, proprio in questo “deserto” si vedono meglio le oasi: alcuni progetti stanno risalendo perché hanno superato la prova più importante, quella dell’utilità reale.
Perché alcuni NFT stanno davvero risalendo nel 2025
Quello che sta sostenendo i prezzi non è una magia, ma una combinazione di fattori concreti.
1) Utilità pratica: l’NFT come chiave, non come figurina
I progetti che reggono meglio sono quelli dove il token non è solo un’immagine, ma un accesso a qualcosa:
- diritti d’uso chiari (benefit, servizi, membership, licenze)
- esperienze (eventi, drop riservati, contenuti)
- integrazione con prodotti e piattaforme (anche fuori dal mondo crypto)
Qui la tecnologia (soprattutto su blockchain) è diventata più stabile e “invisibile”, meno frizione, più strumenti per gestire permessi, royalties e autenticità.
2) RWA: quando la tokenizzazione aggancia asset “veri”
Una parte del rilancio passa dalla tokenizzazione di asset reali (RWA): oro fisico, obbligazioni governative, immobili, opere d’arte fisiche. L’idea che sta convincendo molti è la promessa di:
- negoziazione 24/7
- maggiore trasparenza sulla provenienza
- riduzione di passaggi e intermediari (quando i processi sono ben progettati)
- possibilità di frazionamento, quindi accesso più “democratico” a beni costosi
Non significa che ogni progetto RWA sia automaticamente solido, significa che finalmente c’è un “perché” comprensibile anche fuori dalla nicchia.
3) Gaming e asset in-game: il motore silenzioso
Nel 2025, gli asset legati al gioco stanno pesando tanto, si parla di circa 38% del volume totale. E non è solo collezionismo estetico: in tanti ecosistemi gli oggetti digitali sono strumenti, status, scambio. Non sorprende che la capitalizzazione di questo segmento abbia mostrato un rimbalzo importante (circa +69% fino a 4,8 miliardi a luglio 2025, secondo stime circolate nel settore).
In pratica, lo “skin economy” è diventato un linguaggio: chi cresce con Fortnite e Roblox vede un oggetto digitale come parte dell’identità culturale, non come un capriccio.
4) Mercato più “adulto”: meno fuochi d’artificio, più fondamentali
Le proiezioni raccontano un cambio di passo: valutazioni da 1,27 miliardi nel 2024 a 1,69 miliardi nel 2025, con scenari molto espansivi sul lungo periodo (CAGR elevati e stime che puntano a decine di miliardi entro il 2035). Il dettaglio più interessante, però, non è il numero, è lo spostamento dal “pump” alla sostenibilità.
Dove si concentra la crescita (una mappa rapida)
| Segmento | Perché può crescere | Rischio tipico |
|---|---|---|
| RWA | ancoraggio a valore percepito “reale” | opacità legale, custodia, promesse vaghe |
| Gaming | utilità immediata, domanda ricorrente | dipendenza dal successo del gioco |
| Collezionismo culturale | narrazione, appartenenza, generazioni | moda passeggera se manca utilità |
| Phygital (digitale + fisico) | oggetti fisici collegati al token | logistica e autenticazione mal gestite |
Come riconoscere quelli che hanno più chance di tenere valore
Se dovessi farmi una mini checklist (molto terra terra), guarderei:
- Utilità verificabile: cosa ottieni davvero, oggi, non “forse domani”.
- Diritti e licenze: cosa puoi fare con l’NFT, rivendere, usare commercialmente, accedere a servizi.
- Comunità e governance: presenza di DAO curatorie o modelli chiari di decisione e selezione.
- Liquidità: mercati attivi, storico di scambi, prezzi coerenti (anche su piattaforme note come OpenSea o Rarible).
- Trasparenza: roadmap realistica, team e partnership sensate.
La risposta che chiude il cerchio
Alcuni NFT stanno crescendo di valore nel 2025 perché il mercato ha smesso di premiare la promessa vuota e ha iniziato a premiare ciò che funziona: utilità, provenienza, accesso, tokenizzazione credibile, e soprattutto una dimensione culturale che le nuove generazioni vivono già come naturale. Il paradosso è questo: il crollo non ha “ucciso” gli NFT, ha tolto il rumore, e adesso si sente finalmente la musica giusta.




